Hanno incoronato … chi?
Si legge nel Vangelo di Marco
“Di chi è questa immagine e l’iscrizione?”. Gli risposero: “Di Cesare”. Gesù disse loro: “Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”. E rimasero ammirati di lui.”
Ho udito che hanno incoronato il nuovo re di Inghilterra.
Chi è costui di fronte al suo popolo, di fronte alla storia, di fronte al suo albero genealogico, di fronte al suo karma?
E’ un essere umano come noi o un privilegiato? Privilegiato secondo quali criteri? E’ puro? E’ nobile nell’animo? Possiamo saperlo?
Fingiamo riguardo noi stessi, figuriamoci sugli altri. Possiamo giudicare sapendo che per il dito che puntiamo potrebbero apparirne mille rivolti verso noi stessi.
Mi piaceva Lady Diana, così, a pelle. Chi può conoscere la verità riguardo la sua vita, la sua morte e soprattutto il suo animo? possiamo intuire la bontà o l’ambiguità di qualcuno.
E’ morta o è stata uccisa?
Chi può poi conoscere l’animo di una persona se non la verità stessa? La verità conosce perchè è presenza infinita e saggezza infinita. La verità è collegata all’invisibile, all’ignoto.
Potrà esistere qualcosa per cui l’ignoto è conoscenza?
Sappiamo così poco di questo mondo.
Vediamo tante apparenze.
Parliamo usando termini che rimandano continuamente a significati soggettivi.
Usiamo il termine “Dio” o “giusto” oppure “falso”.
Per me Dio è qualcosa, una cosa è giusta per qualche motivo, un’altra è falsa secondo la mia personale esperienza.
Ho smesso di idolatrare da tempo da quando ho scoperto che il tesoro più grande non solo è dentro di me ma risiede in ognuno di noi. Il resto è qualcosa di accidentale, interessante, prestigioso, ma non prezioso come ciò che risiede nel profondo.
Nel profondo di tutti?
E’ difficile accettare che anche un criminale possa avere dentro di sè una possibilità enorme di scoprire questo tesoro. Si chiama in fin dei conti “conversione”.
Nella tradizione buddhista si narra di Angulimala, un brillante studioso messo per gelosia dagli altri studenti contro il suo insegnante. Il maestro decide di allontanarlo affidandogli una missione crudele: “se vuoi che ti riveli la grande conoscenza dovrai portarmi mille dita umane“.
Angulimala diventa un brigante assassino uccidendo tutti coloro che attraversano la foresta in cui vive. Inizialmente nasconde le dita in un luogo ma le belve le divorano, così decide per le prossime volte di farsene delle ghirlande da portare al collo.
La madre di Angulimala, saputo che il re vuole fare di tutto per liberarsi del delinquente, lo va a cercare per proteggerlo. A lui ora manca un solo dito per raggiungere le mille dita e arrivato a novecentonovantanove, decide che ucciderà la prima persona che incontra.
Destino vuole che sia proprio la madre.
In quel momento però giunge il Buddha e Angulimala opta per risparmiare la madre e uccidere lui ma senza riuscire, convertito dalle parole e dalla presenza del maestro supremo.
Diventa così un discepolo, acquisendo il dharma e diventando un arharant (colui che raggiunge il nirvana grazie all’insegnamento di un buddha).
Per aiutarlo a uscire dagli effetti nefasti del suo karma di assassino, Buddha gli consegna un gatha da recitare in presenza delle donne che hanno difficoltà ad avere figli:
Da che sono arahant, non uccido più nessuno. Come è vero quanto vi ho detto, possiate voi dare la nascita a numerosi bambini.
Il pericoloso criminale diventa così il venerabile Angulimala, santo protettore del parto. Si converte. Si trasforma.
Noi vediamo sempre gli effetti di cause e concause nascoste. Vediamo persone frutto di pensieri, stati d’animo, desideri, ambizioni. Poichè siamo in continua trasformazione e viviamo in un mondo dove la precarietà è legata allo spazio tempo, dobbiamo dichiarare temporanee anche queste manifestazioni.
Probabilmente nessuno è cattivo per sempre, falso per sempre, delinquente per sempre, imbroglione per sempre, antipatico per sempre.
Il “per sempre” è ciò che è in grado di accogliere gli svariati aspetti dell’anima, le svariate manifestazioni karmiche, le molteplici reincarnazioni delle personalità. E’ lo specchio eterno.
Anche se sappiamo ben poco riguardo le persone, giudichiamo con grande certezza.
Ho udito che hanno incoronato il nuovo re d’Inghilterra. Certamente avrà i suoi meriti e le sue colpe come ogni essere umano. A volte però troppi allori, troppi beni, troppa importanza, rischiano di oscurare il cammino verso quella verità che va oltre l’accidentalità. Troppo presi dal mondano, dai conti, dalla gestione di un potere, dall’inseguire il prossimo prestigioso obiettivo, accantoniamo qualche virtù.
Quando c’è troppa nebbia o le nuvole si abbassano occorre spostarsi o elevarsi per vedere la presenza del sole che splende. Un sole che c’è sempre.
Ho smesso di idolatrare i personaggi in carne ed ossa. Li vedo per quello che sono: bravi e trionfali in qualcosa ma magari carenti in quella misura che sta sempre più diventando fondamentale per un mondo migliore.
Non che “tutti i politici sono ..”. Si deve uscire da stereotipi e generalizzazioni. Però si può considerare la verità di ciò che è per quello che è.
E’ più importante il regno di Cesare o il regno di Dio? Anche questa è una scelta ma solo dal momento che si fa una separazione.
Se tutto fosse sacralizzato, sarebbe meraviglioso come una sorta di Gerusalemme celeste scesa in Terra.
Oggi più che mai c’è bisogno di integrità, di giustizia, di collaborazione, di perdono di pace e oggi ancora resistono dinosauri della politica, dell’economia, delle finanze che vogliono tutto e pretendono di governare tutti.
Con quale saggezza? Con quale empatia? Con quali virtù superiori?
E’ solo un dubbio il mio ma mi piace pensare alla scena di Diogene di Sinope che di fronte alle lusinghe di Alessandro Magno gli dice qualcosa come “spostati dal mio sole che mi fai ombra”.
Lo cantava anche Stevie Wonder nel 1967 che “il sole è di tutti”.
Non solo … Il sole che è di tutti, è il sole che è per tutti e che è in tutti.
Non è facile concepire qualcosa che ci accomuna al di là del bene e del male ma è questa la chiave per un mondo migliore.
Più ci svegliamo, più ci accorgiamo di come i potenti ci hanno manipolato nei secoli e di come continuano a farlo e più sarà facile recriminare una vera e sana liberazione dalle gabbie che hanno creato per tenerci schiavi.
Un abbraccio
Paolo Milanesi