CIO’ CHE PORTIAMO SEMPRE CON NOI
Ciao,
ogni volta che partecipi di questa bizzarra esistenza, ogni volta che ti muovi, che respiri, porti con te ciò che sei.
Questo accade almeno in due dimensioni:
- la dimensione della verità, dell’essenziale, del mistero e dell’eterno
- la dimensione dell’accidentale, del contingente
Io non so chi sono in profondità e a volte non sono nemmeno consapevole di ciò con cui mi identifico nel quotidiano, almeno fino a che non ne ridivento consapevole (mi piace l’arancia, sono appassionato della tal cosa, non sopporto questo o quello ….)
Non sono neppure consapevole di un trauma o di una ferita interiore fino a quando qualcuno non la provoca e la fa risvegliare.
Percorro le giornate portando con me:
- il mio corpo fisico
- la mia mente con tutti i suoi contenuti ed i processi, la mia psiche
- i miei corpi sottili e la mia multi dimensionalità
- il mistero che sono
E viaggio nel tempo così, in questa esistenza fisica portando con me il mio bagaglio spirituale ed esistenziale.
Una persona risveglia in me una ferita o un’energia di un certo tipo e ciò mi scombussola.
La cosa migliore è sempre quella di ascoltarsi.
Io ascolto ciò che accade dentro di me e ciò posso farlo in ogni situazione esterna, in ogni ambiente.
Divento consapevole di come interagiscano la mia interiorità con l’esteriorità.
- Qualcuno mi fa arrabbiare
- provo rabbia
- la ascolto, la accolgo, la accetto
Posso interrogare le mie energie dopo averle abbracciate come una madre fa con il suo figlio. Non è certamente un percorso facile da fare da soli.
Per questo si sono affermate certe figure professionali come ad esempio lo psichiatra, lo psicologo, il counselor. Per aiutare e facilitare un processo di guarigione, di trasformazione.
Anche il medico ed il sacerdote rispondono a tali esigenze.
Pure l’insegnante illumina l’allievo su certi temi ancora non compresi. Porta luce, facilita la comprensione ed in un certo modo dà una sorta di illuminazione.
Ecco che noi quotidianamente siamo chiamati ad una sfida: quella di riconoscere, integrare, comprendere le nostre parti. Quella di portare luce nella nostra esistenza.
Quando siamo sani di cosa ci preoccupiamo? Di nulla, anzi. Siamo felici, vitali, spensierati.
Quando qualcosa ci turba a livello di malattia o disturbo fisico o qualcosa turba la nostra serenità mentale, cosa possiamo fare?
- Riconoscerlo
- accettarlo
- comprenderlo
- guarirlo
- trasformarlo
Se fossimo pura luce nella nostra essenzialità, a partire da questa consapevolezza sarebbe più facile affrontare le tenebre, i draghi, le minacce.
Se fossimo pura beatitudine e compassione sarebbe più facile fronteggiare le parti malate o disturbate o deviate dentro e fuori di noi.
Padre Kolbe prese il posto di un padre di famiglia destinato a morire nel bunker della fame ad Auschwitz. Perchè lo fece?
Perchè mise davanti a tutto il dolore, alla paura (sia dell’uomo che salvò che a quella per il proprio destino) l’amore di Dio e l’amore per Maria.
Mise lo spirito, la luce, il mistero, la salvezza, la terra promessa davanti al mostro.
E quel mostro fatto di regime, di prepotenza, di crimini, di fame, di iniezione letale, capace di mostrarsi anche sotto sembianze umane, vide crollare dopo pochi anni il castello di carte costruito sulla sabbia mobile di un ego malato e distorto.
Padre Kolbe finì la sua vita cantando a Maria, immolandosi allo spirito, alla purezza, per poi ….. chissà forse per respirare la libertà più intensa.
Spero che noi non dovremo affrontare drammi di tale tipo, ma sapete, non è nemmeno troppo in nostro potere stabilirlo. Siamo in tanti su questo pianeta. E qualcuno è un pò fuori di testa, ascolta gli istinti più bassi.
Ciò che possiamo fare è però ricomporre il puzzle della nostra esistenza, abbracciare chi siamo fino ad arrivare al mistero, alla fonte.
Siamo carne, psiche e spirito.
Siamo fatti di elementi chimici ed il buon cibo, la natura ci aiutano a mantenerci in buona salute.
Siamo psiche e possiamo conoscere le nostri componenti emozionali, i nostri schemi di pensiero, le nostre convinzioni. Possiamo guarire le nostre ferite emotive, cambiare i nostri credo e perfino certe abitudini con un giusto sforzo di volontà.
E poi siamo quel mistero del quale facciamo parte tutti, nessuno escluso. Quel mistero che abbracciava Padre Kolbe e il suo assassino, che abbraccia le vittime ed i carnefici, i tifosi di una squadra e della rivale.
Che ci siano anche angeli, arcangeli, spiriti guida, animali totem, esseri o semi stellari in questo mistero va bene.
Ma la verità è che esiste una fonte da cui sgorga quotidianamente la nostra energia, la nostra vitalità. Esiste una fonte che è infinita creatività libera da ogni dogma, da ogni razionalizzazione.
Esiste un dono a disposizione di tutti.
Esiste una fonte che è mistero, beatitudine, gioia infinita.
Ecco ……
Facciamo amicizia con essa, ogni giorno.
Facciamo un pò di … silenzio e zazen.
Un abbraccio,
Paolo Milanesi