QUANDO LA VERITA’ VINCE – IL MASSACRO DI KATYN
Ciao,
vedo un film di Andrezej Wajda del 2007 dal titolo “Katyn“. Il regista ebbe il padre tra le vittime di un tragico evento.
Questo film narra infatti una vicenda accaduta durante l’invasione della Polonia da parte di Hitler, iniziata il 17 settembre 1939.
Inizialmente, in seguito al Patto Molotov Ribbentrop del 23 agosto 1939, si era sancita la non aggressione tra URSS (che si sarebbe spartita la parte orientale della Polonia) e Germania (che avrebbe ottenuto la parte occidentale della Polonia) in seguito all’invasione suddetta.
L’evento di Katyn rientra nel periodo tra il 3 aprile ed il 19 maggio 1940 e consiste nell’avvenuta strage di 22000 soldati polacchi tra i quali 8000 alti ufficiali; una strage inizialmente tenuta nascosta per essere scoperta nel 1943 tramite il disvelamento di fosse comuni e poi annunciata da Radio Berlino il 13 aprile 1943.
Da chi fu perpetuata questa strage?
Dai sovietici, ma la colpa venne fatta ricadere sui nazisti.
Chiaramente questo mio articolo non ha la benchè minima intenzione di giustificare l’una o l’altra parte in quanto il cosiddetto “male” non ha bandiere. Il male è un’energia universale a cui attingono ed hanno attinto nel piccolo come nel grande gli uomini di tutto il pianeta da sempre. Sembrerebbe essere un patrimonio dell’umanità.
In questo tragico episodio fu però anche la verità ad essere insabbiata proprio dai sovietici che incolparono i nazisti. Parlare di Katyn divenne un tabù e si inventò il monumento di una omofonica Hatyn in commemorazione all’inventata strage nazista. Nessuno poteva dire la verità nonostante si sapesse com’era andata.
Goebbels, fautore della propaganda nazista, ne approfittò in seguito per rigettare il discredito sui sovietici impostori.
La strage perpetuò lo sterminio di un’intera classe dirigente, poichè gli alti ufficiali polacchi erano un’elite particolarmente acculturata. Non da meno fu il massacro dei soldati, ognuno dei quali in seguito verrà avanzato di grado post mortem.
Un sacrificio come se ne sono visti tanti nelle varie guerre. Il sacrificio di chi era avvertito come una minaccia, di chi era stato etichettato come nemico e sul quale poteva venir proiettato l’odio dell’altro.
E’ penoso e compassionevole nel film vedere le donne che ogni giorno ascoltano gli annunci dei nomi di mariti risultati caduti in guerra. Quante donne nella storia hanno dovuto sopportare tale angosciosa attesa!!!
Solo nel 1958 cominceranno ad apparire i primi documenti riguardanti la strage di Katyn. Nel film i soldati e gli ufficiali polacchi prigionieri di guerra sono condotti a Smolensk, in Unione Sovietica, e di lì per l’appunto nelle foreste di Katyn dove li attende un’amara pratica burocratizzata, dapprima di formale riconoscimento e poi la morte con un colpo alla nuca.
Sarà dato anche ordine di deportazione in gulag siberiani dei familiari degli ufficiali caduti. Che destino potranno mai avere?
Intanto la Germania aveva invaso l’Unione Sovietica, che aveva concluso un accordo con la Polonia per fronteggiare il nemico. Non risultavano però all’appello molti soldati ed ufficiali polacchi. Che fine avevano fatto?
Stalin fu inizialmente evasivo sulle risposte. Ma nel 1943 la Wehrmacht scoprì le fosse comuni su indicazione di abitanti del luogo.
Una commissione internazionale di inchiesta si occuperà di analizzare i cadaveri ed identificarli. Molti si scopriranno uccisi con pistole tedesche, un chiaro tentativo di depistare dai veri responsabili.
Nella commissione troviamo il medico italiano Vincenzo Mario Palmieri che sarà oggetto di una campagna denigratoria, mentre altri membri della commissione saranno addirittura uccisi.
La storia di Katyn continua così in sedi politiche e diplomatiche passando per il processo di Norimberga.
Sarà solo nel 1989 che studiosi sovietici riusciranno a dimostrare che fu Stalin ad ordinare il massacro.
Nel 1990 Gorbaciov chiederà ufficialmente scusa.
Nel 2004 saranno presentati documenti ufficiali alle autorità polacche, ancora coperti da segreto che sarà tolto il 22 marzo 2005.
Il 10 aprile 2010 proprio a Smolensk si schianta l’aereo che trasportava l’intera classe dirigente polacca, compreso il presidente Lech Kaczyński e la moglie. Si stavano recando alla commemorazione delle vittime di Katyn.
Tragico destino, tragica fatalità. Su tale evento si sono affacciate le indagini della giornalista scientifica Jane Burgermeister, che hanno fatto affiorare tesi complottistiche.
Ma a me interessano altri punti da rimarcare:
- la brutalità delle guerre di ogni tipo
- l’importanza della verità sempre e comunque
- la crudeltà applicata così magistralmente nella storia come tecnica di manipolazione delle menti e degli eventi
Ci troviamo di fronte a fatti miserabilmente drammatici sia che parliamo di lager, di gulag ma poi … cosa dire… ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta. Non finiremmo più di stupirci al negativo di fronte a ciò che l’uomo ha saputo perpetuare in nome ….
In nome di cosa?
Questa è una domanda interessante.
Ogni fatto ha
- un movente o più
- una finalità
- una pianificazione
- le sue menti
- gli agenti
Per fortuna ciò è valido nel bene e non solo nel male. Il mondo inteso come totalità di abitanti e natura può essere certamente migliorato, ma può anche regredire fino a che sarà in mano a psicopatici che sanno controllare e dirigere le coscienze per fini straordinariamente egoici.
Se certi personaggi hanno esercitato un certo fascino magnetico e per favore, non siate bigotti, ammettetelo, c’è un motivo. Significa che il male ha un suo magnetismo ed una sua capacità di diffusione virale.
Il saggio Aivhanov ha definito il male come “materiale di scarto”. Questo approccio certamente rivoluzionario lo colloca in una dimensione trasformazionale, ossia ci porta ad interrogarci su
- quale sia il ruolo del male nell’esistenza umana
- quale sia il suo significato energetico
- se ed in che modo potrebbe essere possibile trasformarlo
Diventano più che mai attuali i versi gemelli iniziali del Dhammapada
1) Siamo ciò che pensiamo.
Tutto ciò che siamo è prodotto dalla nostra mente.
Ogni parola o azione che nasce da un pensiero torbido è seguita dalla sofferenza, come la ruota del carro segue lo zoccolo del bue.
2) Siamo ciò che pensiamo.
Tutto ciò che siamo è prodotto dalla nostra mente.
Ogni parola o azione che nasce da un pensiero limpido è seguita dalla gioia, come la tua ombra ti segue, inseparabile.
3) “Mi ha insultato, mi ha aggredito, mi ha ingannato, mi ha derubato.” Se coltivi questi pensieri vivi immerso nell’odio.
4) “Mi ha, insultato, mi ha aggredito, mi ha ingannato, mi ha derubato.” Abbandonando questi pensieri ti liberi dell’odio.
5) In questo mondo l’odio non può porre fine all’odio. Solo l’amore è capace di estinguere l’odio. Questa è la legge eterna.
Così può essere la consapevolezza ad essere in grado di guidarci verso l’amore piuttosto che l’odio.
A ciò inoltre si connettono certe capacità trasformazionali umane attuabili con determinate pratiche vedi ad esempio la meditazione di Atisha che utilizza il cuore per tramutare il male.
Ma potremmo noi tornare indietro nel tempo e andare dai giovani Hitler e Stalin a dire loro
“ciao, ti vedo pieno di odio, vieni a farti una meditazione dinamica o di Atisha, vedrai starai da Dio e vedrai il mondo in tutt’altra maniera”
E’ impossibile.
A parer mio però serve un risveglio verso un territorio in cui intolleranza, e odio non possano vivere. E tale risveglio è più che mai attuale e verificabile in modo contagioso tramite diffusione di principi antichi, salutari, anche in nuove vesti. E più persone lo realizzano meglio e’ per il pianeta
E’ un cambiamento di rotta ed al contempo un balzo quantico. E’ l’andare forse verso una nuova razza.
Come ben sappiamo però le trasformazioni sociali usano ciò che c’è a disposizione. E a disposizione oggi vediamo
- i soliti investimenti questa volta in armi terribilmente tecnologiche
- governi manovrati da elite occulte sempre più smascherabili
- crisi mondiali
- forti divisioni e pressioni sociali
- una grandissima diffusione di informazioni riguardanti anche la possibilità di accedere a conoscenze un tempo riservate solo a pochi eletti
Non è che perchè sono accadute due guerre mondiali i conflitti sono terminati. Abbiamo visto Israele e Palestina, l’ex Jugoslavia, Cambogia e Ruanda, l’Iraq.
Nell’essere umano esistono diversi germi in potenza. Un germe genera qualcosa di affine alla sua natura, ed un seme può dare frutti se cresciuto e coltivato in un certo ambiente.
L’odio può essere coltivato. Ma ci si dimentica troppo spesso che è possibile coltivare al contempo amore e tolleranza.
Ora, come può essere possibile amare e rimanere tolleranti in un mondo simile ancora carico di odio ed intolleranza? Un mondo gestito da una matrice che vuole imporre le sue regole. Una matrice studiata da chi non mette l’amore al primo posto. Un mondo fabbricato sulle pretese di chi vuole avere ragione, vuole manipolare, comandare, esercitare un potere coercitivo, imporre, affermare un pensiero univoco, schiavizzare.
E mentre bambini muoiono di fame (la cosa più assurda di questo pianeta) i magnati si ingrassano di ostriche champagne festeggiando su yacht da milioni di dollari. E’ veramente un turbocapitalismo senza alcuna utilità se non vendere ideali falsi, vendere schemi mentali che asserviscono ai loro interessi di potere.
Una società di mangiafuoco satanisti da quattro soldi, capaci di inaugurare il San Gottardo con elementi orribilanti, capaci di far viver pedofilia e abomini nelle politiche e in quegli esaltanti ambienti di attoroni idolatrati dalla plebe che acclama …
Acclama … cosa? chi?
Per conto mio certe “modalità personalizzate” non sono finite con la seconda guerra mondiale
Ci sono ancora i tiranni, gli Hitler, gli Stalin, i Pol Pot, ci sono ancora i Goebbels.
Rieccheggiano ancora inni come
“Oh grande Stalin, Oh guida dei popoli,
Tu che hai fatto nascere l’uomo.
Tu che fruttifichi la terra,
Tu che ridai ai secoli,
Tu che fai fiorire in primavera,
Tu che fai vibrare gli accordi musicali…
Tu, splendore della mia primavera, Oh tu,
Sole riflesso da milioni di cuori”
Personalità che vogliono essere adorate.
E oggi, cosa dobbiamo aspettarci? Chi è la bestia? Chi la adorerà? Chi marchierà oggi la bestia? Come una volta, i poveri ebrei nei lager? Un tatuaggio? Cosa faranno? Un tatuaggio elettronico? L’ennesimo complottismo del microchip?
Questo processo di divinizzazione del satanico continua ininterrottamente. Le creature si sono dimenticate del creatore ed hanno riversato la propria sete di importanza sul calciatore, lo stilista, il politico, il personaggio pubblico. Loro sì che sono riusciti a giustificare un attributo, a metterlo in campo. Mettono in campo la voce dell’impotenza di chi non ha una propria creatività felice. E le persone seguono le mode.
Oggi cosa ci dobbiamo aspettare?
L’ennesimo tiranno?
Io credo che non dobbiamo assolutamente rinunciare alla nostra sete di verità e dobbiamo spruzzarla su tutto ciò che accade, sulle straordinarie trasformazioni a cui stiamo assistendo, sulle nuove vicende che si accompagnano ad un nuovo mondo e ad una nuova umanità. Umanità che vede per l’ennesima volta l’azione di dinamiche manovrate da burattinai. Ma questa volta siamo molto vicini a scoprire il trucco.
Questa volta molte persone si stanno risvegliando, stanno compiendo quel balzo quantico necessario certamente per sopravvivere ma che sta creando una polarizzazione mondiale tra
- chi crede ai media, alla politica, alle decisioni delle elite
- chi vuole un mondo più etico in nome della verità e dei diritti umani e persegue il bene comune, la libertà, la felicità
Intanto, un libro interessante che potrebbe aiutare a far luce su una certa personalità potrebbe essere
“Gli uomini di Stalin. Un tiranno, i suoi complici e le sue vittime” (Stalin: The Court of the Red Tsar, 2003), Milano, Rizzoli di Simon Sebag Montefiore
Mentre per quanto riguarda il massacro di Katyn
“La vera storia del massacro di Katyn. La strage staliniana di oltre 15.000 prigionieri di guerra” di Janusz Zawodny ed. Res gestae
“Pulizia di classe. Il massacro di Katyn” di Victor Zaslavsky ed. il Mulino
Così, accumulando informazioni su informazioni mettiamo i puntini sulle i dopo aver fatto chiarezza, dopo aver dato valore alla verità.
Così i morti di Katyn hanno un briciolo di giustizia. Ma non e’ sufficiente. Il lavoro e’ immenso. Perché trattasi di un lavoro interiore ed esteriore senza confini. Tra il perdersi e il ritrovarsi ci si identifica un po’ con le vittime e un po’ meno con i carnefici ma…. quelle parti cattive, quei frammenti di energie malvagie non muoiono.
Vanno guardate e trasformate. Vanno viste nelle dinamiche che si perpetuano in ogni dove, riconosciute e innaffiate di di quelle verità che non vanno più ignorate.
Perché se i tiranni vogliono per l’ennesima volta trovare braccia disposte a compiere gli atti impuri partoriti dalle loro menti, e’ ora che trovino questa volta milioni di menti capaci di convertire i loro demoni in servi della luce.
Milioni di buddha capaci di rispondere con un amorevole NO, capaci di isolare il male e farlo morire per mancanza di nutrimento.
Capaci di far fiorire dalle foreste di Kathyn alberi della compassione.
Paolo Milanesi