SPIRITUALITA'

LIBERTA’ INFINITA

Ciao,

oggi le mie riflessioni navigano sul mare della libertà infinita.

E’ un concetto importante.

Che cos’è la libertà?

Esiste certamente una tua opinione personale a riguardo, forse credenze specifiche dettate da un sentito dire o da esperienze personali.

La libertà per chi ha vissuto nei campi di concentramento può assumere connotazioni diverse rispetto ad un giovane che bene o male non ha mai avuto grandi problemi.

Per l’uno la libertà è qualcosa di particolare, difficile da trasmettere, per il giovane potrebbe essere qualcosa del tipo “uscire tre sere alla settimana con gli amici” oppure “giocare con la playstation quando voglio”.

Due cose essenzialmente diverse che però includono una sostanza comune.

Libertà è avere possibilità di

  • esprimersi
  • avere un’opinione propria
  • muoversi
  • incontrare
  • relazionarsi
  • amare

e forse chissà quanto altro.

Se la libertà è infinita diventa davvero qualcosa di aperto a più direzioni, a più livelli.

Se pensi ad una libertà infinita, quali immagini sorgono nella tua mente?

A me sovviene l’immagine di un’aquila che liberamente vola sulle vette scegliendo dove andare senza alcun vincolo se non le sue possibilità; oppure l’immagine di trovarmi su vette meravigliose. Una sensazione che provai in cima Passo del Plose, in Trentino.

Oppure ancora quando mi trovai su una collinetta a Goa, inebriato dalla brezza, osservando l’oceano mentre la luna cominciava ad esprimere tutta la sua brillantezza nel cielo.

Lì ero solo con il tutto.

Non dovevo rendere conto ad alcuno.

Respiravo, pensavo, godevo assolutamente in totale libertà.

NEL MOMENTO

Questo mio “sentire” era qualcosa che apriva delle porte a qualcosa d’altro, in un territorio che definirei mistico.

Una libertà che toccava lo spirituale, il trascendente.

Provai qualcosa di addirittura superiore in un paio di occasioni, una volta a Cuba appena uscito dalla camera d’albergo e una volta nel cortile di casa mia.

In questi episodi non c’era alcun paesaggio ad aver attivato tale sensazione che era addirittura più fine, sublime dell’altra sperimentata nella natura, nel silenzio di fronte ad un immenso.

Qui si trattava quasi di una liberazione vera e propria da ogni confine, dal corpo medesimo, quasi come un atto di grazia, senza motivazione logica alcuna.

Quasi fosse “così, tanto per sperimentare qualcosa di magico senza troppe spiegazioni”

Non vivo perennamente in certi sentire e capisco che possono essere fenomeni non usuali per la maggior parte delle persone.

I confini poi rientrarono tra le dimensioni del sociale, della personalità.

Non ero più aria né tanto meno acqua o fluido.

Ero di nuovo la persona con la quale usavo identificarmi.

Ripresi le mie credenze, i miei vestiti stereotipati, le mie abitudini, i pregi ed i difetti.

Eppure lì dove ero stato c’era della libertà infinita.

Senza scopo, né direzioni, né limiti.

Essere e non essere al medesimo tempo.

Da quella libertà infinita, con un processo di identificazione ripresi dei confini che mantenevano ancora una percentuale di libertà. Non ero in un campo di concentramento. Ma era pur sempre una libertà circoscritta.

La libertà di ciascuno di noi per quanto consentito da ….

  • Da chi?
  • Da cosa?

Il detenuto ha un’ora d’aria.

L’internato ad Aushwitz forse nemmeno a quella poteva ambire.

Il giovane aspetta con ansia il venerdì per uscire con gli amici.

Adesso il giovane ….

Adesso … le persone ….

Adesso … io sono libero …… mi sento libero.

Ma non posso uscire liberamente come voglio io.

Devo adeguarmi.

Questo adeguamento a qualcosa mi porta a riflettere su quel qualcosa che inibisce la mia libertà, sia esso una legge, una regola, un genitore, un tabù un ….. virus..

La libertà trova un ostacolo.

Mi sposo … ho dei limiti. L’esperienza è piacevole ma devo sottostare a dei limiti particolari, a delle responsabilità particolari.

Il pianista che esegue rigorosamente Bach deve muoversi all’interno di regole che ne limitano e ne coordinano i movimenti. Bisogna emettere certi suoni con certe dinamiche. Il suono sbagliato rovina la performance.

E’ molto rigida questa come disciplina.

Il senso di libertà viene dato poi dalla musica che librandosi celebra sé stessa, l’autore, la sensibilità del pianista e degli ascoltatori.

La libertà infinita va oltre le forme, va oltre la dimensione a cui siamo abituati. Penetra l’invisibile, tocca il regno divino, il mistero e ritorna con il suo dono: sé stessa.

La libertà cui siamo abituati pensare invece dove finisce? Dove trova il suo limite?

I regimi hanno insegnato (forse non abbastanza) certe cose.

Erano casi esasperati, amplificati. Ma a volte è utile pensare per contrasti.

In certe situazioni perfino un gesto, una parola, diventavano ingombranti e fastidiose, al punto da mettere a repentaglio l’immunità e la vita. Ti lamentavi con un nazista? Poteva tranquillamente spararti.

Quando  i russi “liberarono” i campi di concentramento, “occuparono” la Germania e violentarono centinaia di migliaia di donne.

Rosa Parks rifiutò di cedere il suo posto su un autobus ad un bianco, innescando un movimento per i diritti civili delle persone di colore.

Rosa Luxemburg fu un’altra “rosa” che morì però per un suo ideale, sempre contrastando un regime.

L’ideale ha in qualche modo a che fare con una sorta di liberazione. Certo, non è libertà infinita per lo meno per come la intendo io. Questa infatti non ha aneliti né pensieri né ambizioni.

La storia è piena di esempi di persone che si sono immolate per la libertà. La storia è carica di guerre “per la libertà” o “per la liberazione da…”.

Peccato che per liberarsi di qualcosa quel qualcosa abbia avuto in qualche modo il permesso di manifestarsi.

Esiste sempre una genesi, un seme destinato a germogliare.

Che strano.

Se tengo aperte le finestre e fuori c’è un forte temporale, piove dentro. Se le tengo chiuse non accade.

Anche al male alle bugie, alle falsità si può aprire le porte.

Anche un bandito come Garibaldi, un avventuriero, può diventare un liberatore. Se glielo si chiede.

In India fui divorato nella stanza da decine di zanzare ferocissime. Non sapevo potessero essercene così tante. C’erano.

Trovai anche un topo enorme in bagno. C’era. Era lì perchè i topi in India ci sono. Un pò ovunque. Manca un pò di igiene nel senso di come la consideriamo noi.

L’accostamento tra certe popolazioni come gli ebrei o i tutsi ai ratti, è stato nella storia fortemente propagandato da taluni soggetti a tal punto da convincere le persone che lo sterminio di certi soggetti fosse lecito e benefico.

Andavano sterminati come topi, come scarafaggi.

Non la trovi devastante come generalizzazione?

Non ti sembra surreale, antico, arcaico, non degno del secolo scorso né tanto meno di questo?

Chi glielo concesse?

Chi provò ad ostacolarli?

Dove fu realmente l’inganno?

Come riuscirono?

L’altro è da un lato un ostacolo alla mia libertà, ma per questo non lo devo estirpare. Non necessariamente.

Eppure abilmente certe società hanno addestrato per combattere un nemico creato a dovere.

Il nemico

Si può creare un nemico a tavolino.

Si può finanziare un nemico, farlo diventare fortissimo e poi … salvare l’umanità.

Hitler fu finanziato.

Tutti i matti che abbiamo visto giocare con il potere sono stati finanziati, preparati. A loro è stato quasi forzosamente concesso di fare quello che hanno fatto.

E di matti ce ne sono ancora tanti in giro. oppure quei pochi ma … pericolosissimi. Non faccio nomi. Immagina.

I matti hanno avuto il potere e in taluni casi perfino il diritto di compiere atrocità, o meglio di dare l’ordine di istituire una burocrazia in grado di ordinare a qualcuno di farlo. Sono stati addirittura giustificati, visti quasi come dei salvatori.

E’ così facile ingannare le persone. Certo, quelle che dormono.

Quelle che si basano solo sul sentito dire dei telegiornali, della propaganda.

La mia libertà infinita, la mia personale, esiste.

Credo che esita anche per te questo diritto, ma va conquistato.

In che modo?

Semplice.

Liberandosi.

Di cosa?

Di tutto. Assolutamente di tutto.

Devo abbandonare la famiglia, le proprietà, i lavoro?

Chiedilo a Gesù. Comunque comincia con il lasciar cadere le stupidaggini e le cose accidentali. Tieni solo l’essenziale nella tua mente e nella tua anima. E concedi a chiunque di credere in qualunque cosa.

San Francesco lo fece in maniera teatrale ma dietro quel gesto la simbologia fu straordinaria.

Non riuscì a liberarsi del corpo fisico. Come avrebbe potuto se non uccidendosi?

Ma proprio in quel corpo continuò a coltivare la sua spiritualità ricolma di amore, di compassione, di Dio.

Straordinario!!!

Io personalmente Dio non lo conosco.

Però conosco delle divinità …. in potenza.

Chi sono queste divinità?

Noi. Nessuno escluso.

Credo lo sia stato anche l’Adolfo. Ma aveva altri progetti, altre ambizioni, altre turbe. Non sto scherzando.

Credo che questo pianeta sia una sorta di laboratorio dove qualcuno o qualcosa ha concesso la libertà di sperimentare.

Si sperimenta però secondo delle leggi.

Io non posso volare o sollevare un caterpillar o amare troppe donne fisicamente. E’ troppo impegnativo. Dovrei esercitarmi.

E non sono la brunetta dei Ricchi e Poveri.

Sono un’unicità particolare.

E quella libertà infinita che ho sperimentato in quei pochi momenti credo sia il dono finale.

Un dono che sa di buddha e di cristo insieme. Di islam e di pellerossa, di totem e piramidi.

Passano le civiltà, passano le regole, i monumenti, le tradizioni, i costumi, i libri…

E noi siamo qui adesso, per un po’, a sperimentare nel laboratorio, a cercare di convivere con le paure fino a quando riusciremo a trasformarle, fino a quando ci risveglieremo.

E allora quei poveracci in giacca e cravatta che vogliono farci credere certe strane cose, appariranno per quello che sono davvero: bigotti assetati di potere, senza compassione, senza amore, senza compassione. Altro che le loro falsità.

Ancora allo stadio animale, nel contesto di dinosauri pretendono di modernizzare il mondo.

E noi?

E noi dobbiamo solamente aprire gli occhi, aprire le ali e godere di una libertà che un giorno, ma potrebbe essere anche adesso …. può essere infinita.

Un abbraccio,

Paolo Milanesi

 

 

 

 

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