Da personal computer a Computer personal
Ciao,
forse ci siamo.
Forse esiste un piano che non reclama il caso, come tante cose del resto a cui abbiamo assistito nella storia di questo minuscolo pianeta che in fin dei conti non è altro che un laboratorio di trasformazione.
Un laboratorio gestito da qualcuno, forse entità o persone, forse intelligenze diaboliche più che angeliche o viceversa. Del resto il diavolo è un servitore di chi l’ha creato. Si è solamente ribellato.
Ed in questa umanità in cui sembra che libertà e salute stiano diventando valori in conflitto tra di loro, può essere che si stia attuando un nuovo piano che potrebbe essere l’ennesima prova del lavoro di un’elite che sembrerebbe avere in mano le sorti del pianeta. Dico sembrerebbe perchè in tutte le ipotesi occorre sempre lasciare una porticina aperta.
Da Freud a Jung in poi o da Newton ad Einstein in poi le teorie sono state riprese, rivisitate, discusse, contraddette. Del resto è bello così.
Ce lo insegna il cielo che nel suo infinito azzurro ospita ogni giorno nubi destinate a creare visioni diverse, diversi disegni che seppur cambiando, non intaccano la magnificenza dello sfondo silente, immenso, meraviglioso, in grado di ospitare anche il sole, forza motrice della vita.
E se la tecnologia ci ha aiutato ad evitare la fatica di aprire una bottiglia in modi volgari o ci ha risparmiato l’andare a piedi anche a costo di vedere un mondo più inquinato; se la tecnologia ci fa comunicare a distanza, ci permette l’accesso a tanto sapere e miliardi di informazioni quotidiane …. la tecnologia ci abitua a dipendere da essa in senso fisico, informatico e mediatico.
Così un tempo negli anni ’50 si diffuse il rock’n roll poi negli anni ’60 ci si faceva volentieri mandare dalla mamma a prendere il latte, scanzonando sulla rinascita sociale e negli anni ’70 la musica era creatività libera per tutti, dal rock al pop, al prog.
Adesso una sorta di elite che gestisce tutti i media, tutti i soldi, tutte le banche e le industrie compresa chiaramente quella farmaceutica, ci ha regalato la formula del grande fratello, ossia la tendenza a spingere le persone in un imbuto in grado di intontirle, suggestionarle, addormentarle addirittura.
E così quel personal computer che ci è risultato indispensabile come la TV, come la lavatrice, ora è in grado di impossessarsi di noi psico fisiologicamente. Manca solo il consenso delle persone al tentativo di essere informatizzate, rese sede di un hardware in grado di superare la loro barriera di libertà e coscienza.
Si assisterà forse un giorno a concetti del tipo: “se non hai il microchip non puoi lavorare” e la cosa in sè ci starebbe forse anche se a dettare le regole ci fosse una classi etica, ma se ci fosse una classe etica, forse non sarebbe bisogno di alcun microchip.
Robespierre era un pazzo che riuscì a cavalcare il clamore di un popolo stanco di essere sfruttato. Stalin superò il collega Lenin in un gioco di potere in cui lo sterminio era lecito. Stessa cosa dicasi dell’uomo con i baffetti che salì con prepotenza approfittando dell’inefficienza o dell’inettitudine o forse del servilismo di una classe politica che non guardava il popolo. Forse.
E forse servirebbero ancora dei puntini sulle “i” riguardo la storia ed i suoi bla bla bla.
Persone come Michael Jackson, Elvis Presley, Marylin Monroe sono diventati miti lasciando il loro nome nel tempio dello show ma la loro esistenza non resse lo stress del dover dimostrare, apparire, produrre. Anche loro non erano macchine, come non lo siamo noi.
Kabir, un grande mistico aveva trovato Dio e continuava a lavorare i suoi tappeti. E’ un altro mondo, un altro territorio, un’altra dimensione.
Esiste infatti il mondo apparente ed esiste la verità, ma mentre il mondo apparente è quello a cui ci siamo abituati, al quale siamo ipnotizzati e su cui fanno leva i media per indurci a credere a tutto, la verità parla attraverso altri canali. La verità non inganna perchè ha sempre un indirizzo univoco. Non maschera anche se si nasconde perchè ama svelarsi ai puri di cuore.
E mentre nuotiamo nella corrente del mondo, ci sono momenti in cui possiamo lasciar cadere le bugie, gli inganni ed aprire gli occhi, per smascherare gli ingannatori, quelli che vogliono farci credere cose utili a loro, ai loro scopi diabolici.
Ma per rendere l’uomo succube ne devi fare uno schiavo e per farne uno schiavo devi obbligarlo a credere che non sia libero.
Ecco cosa sta succedendo.
E’ un grande enorme inganno.
Utilizzare qualcosa che sia in grado di convincere gli uomini a pensare in un certo modo, ad accettare certe convenzioni e regole facendo leva sulle loro paure: la paura della malattia, della morte.
E mentre gli uomini si cagano sotto, si può mettere mani sui loro beni e soprattutto ancora un pò di più, poco per volta, sul dono più importante che l’uomo possa accreditarsi, quel dono scoperto in largo grado da esseri come Buddha, Gesù, Osho, Kabir e tanti-pochi altri.
Il mio augurio è che certi inganni vengano smascherati e che l’umanità possa davvero avere responsabili etici, che abbiano a cuore il bene di tutti nessuno escluso. Ma dipende da noi
ps: mi puoi ascoltare su Spotify
Un abbraccio
Paolo Milanesi