ESSERE UN RIBELLE
Ciao,
ricordo un libro dal titolo “Vivere sani in un mondo malato”
E’possibile rimanere sani in questo mondo?
O ci chiudiamo gli occhi e le orecchie, abbassiamo lo sguardo e ci facciamo bastonare da pseudo padroni inconsapevoli o rialziamo la testa e apriamo le ali.
L’aquila è un animale così imponente, forse quello che più di tutti riesce a comunicare con lo spirito, almeno nel mio immaginario.
Perché ci viene facile considerare lo spirito come qualcosa di molto elevato, di molto in alto; nell’alto dei cieli, in contrasto con il basso, i bassifondi, le viscere.
Eppure è incontrando l’inferno, riconoscendolo, accettandolo che conosciamo noi stessi. Perchè siamo le vette e le valli, l’abisso e il sole, il male ed il bene.
L’inferno fa paura e c’è chi ne rimane vittima perché rimane inconsapevole e ne viene divorato.
Come potresti scendere e muoverti in una buia cantina senza una torcia?
E’ proprio quel lavoro su noi stessi fatto con qualunque strumento a disposizione (oggi siamo pieni di metodi e di guru) che ci porterà a liberarci.
E c’è una dimensione importante che ci può tenere compagnia ancora ed in modo funzionale: la capacità di essere un ribelle con i piedi piantati nel vero e le radici affondate nella verità, con la mente al cielo, il cuore allargato in ogni direzione, il corpo centrato e la naturalezza del nato due volte.
Mi è piaciuto Joseph Williams dei Toto alzare la spada a inizio concerto nello strepitoso tour di “The seventh one” in quella data a Milano.
Come in un’iniziazione!!!
Nato al corpo e rinato allo spirito.
Il risorto è colui che è andato oltre. Oltre le illusioni, le separazioni, i conflitti, le differenze. Oltre qualunque cosa di questo mondo. Oltre le dualità, oltre matrix, oltre maya.
Il ribelle non ha paura di esprimersi in ogni campo perché è vero, sincero. E’riuscito a volare fino alle vette della buddità, della trascendenza; è riuscito a scendere fino all’inferno per comprenderne le false promesse; è riuscito a liberare energie e scoprire tesori sepolti, a trasformare veleni in nettare.
Il cuore trasforma e lo spirito è libero, completamente libero. Non può chi è libero accettare restrizioni o schiavitù, perlomeno in modo consapevole. Se lo fa, lo fa per farti un piacere.
Così abbiamo visto tanti ribelli attraversare questo pianeta, nella totale libertà, trasparenza, sete di verità e giustizia, magari in nome di un ideale nobile, o in nome di una fratellanza vera per tutti coloro che fossero in grado di accettarla.
Sono utopie che non muoiono perché l’aquila vola sulle vette, conquista i cieli, osserva tutto e poi atterra in picchiata prendendosi una preda con sicurezza spavalda. Punzecchia fino a sopirla, oppure la stordisce in modo ipnotico, tanto è potente la sua spavalderia.
Così io assumo nello spirito quelle ali che mi aiutano a volare per non essere imprigionato da nessuno e quel becco che mi permette di combattere in modo nobile contro chiunque, mentre gli occhi sfidano il nemico con sguardo dignitoso, maestoso e colmo di coraggio.
Non mi imbriglierai. Potresti essere un drago, un rettiliano, un poveraccio vittima dei tuoi possedimenti. Potresti essere il re del mondo, il più ricco e potente di tutti.
Ma morirai come me, un giorno. Hai la mia stessa sorte.
Il ribelle conosce, per questo emana luminosità e fiducia.
Il ribelle ha capito che tutto è un gioco. E gioca.
Il ribelle è l’unica speranza rimasta in questa valle di lacrime, di rassegnati, di calpestati, di sonnolenti, di zombie.
Ricordati che hai sempre la possibilità di uscire dal bluff.
Un abbraccio,
Paolo Milanesi