Yogananda – La natura di sogno del mondo
Ciao,
Yogananda è stato un maestro spirituale indiano.
Nel suo libro “L’eterna ricerca dell’uomo“, un capitolo è dedicato alla natura di sogno del mondo.
Molti maestri hanno descritto la “vita come un sogno”. Certamente loro lo potevano asserire da una condizione di illuminazione spirituale. Erano risvegliati nella coscienza cosmica.
I sogni noi li conosciamo bene la notte, quando il subconscio proietta i suoi bizzarri film mentali. Ci sembra di vivere le cose più strane. Anche l’universo a suo modo potrebbe essere un sogno di Dio.
Cosa cambia per noi vedere la vita come un sogno? Assume un significato relativo, quasi giocoso. Ma sappiamo come l’uomo abbia saputo e sappia fare di questo gioco spesso un dramma.
Così un soldato potrebbe, dopo essere stato ferito a morte, realizzare questa verità nel mondo astrale, comprendendo che solo il corpo era finito. Poteva rendersene conto oppure continuare a vivere il suo dramma personale anche altrove.
Noi non sappiamo cosa possa accadere dopo la morte se non per testimonianze dirette o le parole dei maestri.
Se l’uomo ha saputo con la sua immaginazione costruire meraviglie ed i più sofisticati congegni tecnologici, cosa possiamo dire della materia? Di che natura è questo mondo?
Quale mente ha ideato gli esseri umani, gli animali più strani e curiosi, i pianeti, le galassie intere. E’ certamente un mistero.
Il pensiero avrà una sua importanza ed efficacia. I geni, i creativi ce lo insegnano. Ma anche noi nel quotidiano possiamo diventare consapevoli di come utilizziamo la nostra immaginazione, i nostri pensieri.
Così se il pensiero crea, noi siamo creatori, addirittura cre-attori. Interpretiamo le nostre credenze, le nostre convinzioni, le nostre immagini mentali. Viviamo ciò in cui riponiamo la nostra fede.
Vediamo nella realtà continue materializzazioni di pensieri, nostri ed altrui. E’ quindi questa nostra consapevolezza che ci può rendere consapevoli della natura di sogno della nostra realtà e della realtà intera.
Questa vita è un sogno
E se noi siamo un attore di certi drammi, il nostro essere non ne viene intaccato. Questa è la straordinaria lezione dei maestri come Yogananda. Maestri che hanno realizzato la verità.
In questo teatro cosmico quini, noi recitiamo la nostra parte. E l’orgoglio ci incatena all’ego.
Vivere con un sorriso interiore e la consapevolezza che stiamo solo sognando diventa per noi la più grande benedizione possibile.
Sappiamo ad esempio cosa affrontò Gesù, che ebbe uno sconforto nel giardino di Getsemani, ma riuscì ad affrontare il suo destino con trasparenza, addirittura perdonando. Consapevole della natura della realtà e della fallacia dell’uomo inconsapevole, non risvegliato.
Se noi abbiamo svolto molte parti attraverso svariate incarnazioni ma conviviamo con un’anima che non può essere toccata in quanto immortale, dentro di noi può crescere la certezza di “IO SONO SPIRITO“. E rimanendo in questo mondo possiamo recitare la nostra parte con più felicità, dignità, fiducia. Sapendo che siamo molto di più.
Ognuno quindi ha il suo film privato che ha lo scopo di risvegliarci, di farci comprendere l’importanza del rimanere mentalmente distaccati dalle difficoltà, come uno spettatore. Le nostre esperienze saranno quindi sempre accompagnate da una vita interiore che nella sua profondità è beatitudine e gioia.
E’ proprio l’attaccamento alla sofferenza, ai piaceri, a farcelo dimenticare. E così usciamo fuori dal nostro centro vivendo nella periferia dell’emotività, del giudizio, del biasimo, della paura, imprigionati ad ideologie prese in prestito, quando invece dovremmo sviluppare una coscienza interiore di pace divina.
Ecco che il divenire uno con Dio è la vera chiave di realizzazione, sia in senso interiore che esteriore. Chi può esserci di più immenso, potente, compassionevole del divino?
L’importanza dell’unione con Dio è stato il principio guida della vita di Yogananda e dei suoi insegnamenti.
Tutte le esperienze diventano quindi sogni fugaci. Perchè più sei “addormentato”, più diventi identificato con qualcosa, meno riesci ad abbracciare una situazione vedendola per quello che è, comprendendola, trasformandola.
La concentrazione è uno degli strumenti del saggio. Imparare ad usare la visualizzazione per materializzare è un nostro potenziale. E se gli yogi hanno dimostrato di saper manifestare perfino miracoli miracolosamente, personaggi come Gesù hanno affermato che anche noi possiamo avere certe abilità.
Nell’evoluzione spirituale, però, quello dell’espressione di certi poteri (siddhi) è solo una tappa e non il traguardo.
Il traguardo è il risveglio alla verità. La comprensione che ci libera. L’illuminazione.
Per coltivare la vera saggezza quindi, cominciamo a praticare la coscienza del mondo come sogno.
E’ TUTTO UN SOGNO
E’ TUTTO UN FILM
Che sensazione ti danno pensieri del genere?
Se divenissero una pratica?
Fermati un attimo, respirando e facendo risuonare queste verità.
Le percepisci come verità o è arduo?
Afferma Yogananda:
“si può imparare la verità in due modi: passando per molte esperienze buone o cattive o coltivando la saggezza”
Il raggiungimento della saggezza elargisce la pace suprema.
Ci sono forse affinità con quel Regno di Dio cui più volte fece riferimento Gesù?
Chissà.
Sta di fatto che diventare più consapevoli, abili nel discernere, nell’andare nel profondo delle cose per vedere cosa esse realmente rappresentano, nell’usare i nostri poteri come la visualizzazione, l’immaginazione, la presenza, l’ascolto della verità, diventa una benedizione per noi e per l’intero genere umano.
Un libro fondamentale:
“L’eterna ricerca dell’uomo” di Paramahansa Yogananda
Un abbraccio, Paolo Milanesi