Il fallimento della dignità umana nei secoli dei secoli
Mi piacerebbe avere un potere micro-tele-macro-scopico e con una manopola selezionare l’età di mio interesse per esplorarla.
Certamente per prima cosa chiederei la verità sulla provenienza umana.
Uomo dicotomizzato in maschio e femmina che non solo sappiamo essere non univocamente una divisione fisica, quanto un commisto psichico dell’uno e dell’altro.
Animus e anima, maschile e femminile.
Del resto esiste una scienza della genetica, atta scoprire certi misteri legati alla combinazione di elementi consoni in vista di una procreazione.
Un uomo e una donna possono procreare e nel farlo possono anche essere molto creativi o non esserlo affatto. Possono essere consapevoli, possono affidarsi a qualcosa o lasciare che accada quello che accada.
Una mela strofinata contro una pera non procrea, se non un lieve rumore anche divertente o un odore nuovo, commisto tra i due.
Il pensiero è creativo e può sposarsi con i sentimenti, con le emozioni. Abbiamo così pensieri e forme pensiero che stimolano emozioni o emozioni e stati d’animo che stimolano pensiero e forme pensiero. Il cosiddetto pensiero positivo è per conto mio qualcosa di ambiguo, da verificare. Ci sono venditori che con il bel sorriso ti venderebbero la nonna surgelata. Coprire di sorrisi la realtà quindi non è detto che sia funzionale al vero scopo: quello di crescere, maturare.
Hitler fu un abile venditore. Riuscì a convincere un popolo intero che il nemico erano gli ebrei e che era necessaria una nuova razza, forte, ariana. Lo fece con seduzione (la seduzione del male) e con una certa prepotenza. Urlando.
Come quelle maestre acide, isteriche, nevrotiche che però (fortunosamente) non creano danni come l’uomo con i baffetti.
Eppure l’essere umano, forse una volta ibrido, stereotipato, monouso, androgino, forse era diverso. Ma non è detto.
Forse è vera l’ipotesi di una razza extraterrestre che impiantò una popolazione forse a scopo di schiavizzarla per abitare il pianeta. Forse in fuga da qualcosa. Oppure così, per gioco. O per conquistare, possedere.
Forse è vera la storia della mela, infatti sono stati rinvenuti tracce di paradiso terrestre in Val di Non e si dice addirittura che dio padre fosse niente popodimeno che l’Uomo del Monte.
Fortunatamente le cose nella vita sono andate bene. L’uomo è cresciuto si è sviluppato, è evoluto. Da bellicoso è diventato pacifico, da ignorante acculturato. E la pace su questo pianeta è una piacevole verità.
Non esistono razze extraterrestri che vogliono dominar il genere umano né tanto meno schiavizzarlo. Nessuno vuole il male del proprio fratello. Lo si è visto in fin dei conti quanto sia facile, bello, indolore mettersi a predicare l’amore universale.
Socrate e Gesù furono grandi amici di tutti o quasi, trattati con sacro rispetto o quasi.
Nell’Antica Roma esistevano ideali sociali legati ad una sorta di sacralità dell’essere cittadino romano e del sentirsi tale. Un buon cittadino romano doveva essere un buon padre di famiglia, continente, parsimonioso e servire sopra ogni cosa Roma, chiaramente andando a combattere quando la patria lo richiedeva. Morire per Roma. E’ diverso dal morire per droga o per un boccone di pancarrè di traverso, cose veramente orribili. Ma quella dignità che chiaramente veniva a mancare in certe occasioni, quella dignità contestata quando nell’esercito romano o nell’esercito regio del Regno d’Italia qualcuno rifiutava di compiere il proprio dovere e subiva la fucilazione o veniva lapidato; quella dignità dico io, è data da cosa?
Uno nasce e ce l’ha?
“Non son degno di te” cantava il Gianni nazionale.
Perchè?
Perchè Gianni ti sei afflitto così tanto. Ritornare in ginocchio da lei che poi, ti meritava davvero? Un ragazzo pulito, acqua e sapone come te. Cielo!!!!
La dignità forse è quella della famiglia del Mulino Bianco dove va tutto bene e nessuno sa nulla dell’altro. Perchè anche nelle nostre parentele, in fin dei conti, cosa sappiamo dell’altro?
Cosa sappiamo della moglie, del figlio, dei genitori, dei nonni…
Per questo si parla di una famiglia dell’anima oltre a quella sanguigna.
Quella sanguigna però certamente ha anch’essa un suo perchè e sarebbe bello cavalcare il Dna come Einstein fece con il raggio di luce. Per scoprire, risolvere misteri buffi. Chi fu il mio primo avo?
A me piace scoprire, conoscere. Ma a certe cose è difficile arrivarci. Vanno di moda oggi certi tipi di ipnosi. “Scopri chi eri nella vita precedente”. Molti scoprono di essere stato Giulio Cesare, o Cleopatra. Io probabilmente un pirata. O una mignottona.
La dignità a parer mio ha a che fare con un riconoscimento: il riconoscimento di una fratellanza che però non è assolutamente realizzata. E’ in continuo fallimento.
Se siamo tutti fratelli lo siamo perchè ci riconosciamo magari figli di qualcosa (tutti figli dello stesso padre). Ma quel padre è di tutti?
E’ dei cristiani o anche dei buddhisti? Lo è anche per i musulmani?
Del resto ci starebbe che da un unico padre si distinguano profeti diversi, colori diversi, poesie diverse, musicalità diverse. La musica è una ma si è moltiplicata.
La musica è un principio creativo che dividendosi e combinandosi in mille e mille modi diversi ha dato origine ad un patrimonio.
Ma Mozart … ha più dignità di Gigi D’Alessio o di Orietta Berti?
E i Beeh Hive di Kiss me Licia, su che piano sono rispetto ai Bee Gees?
In questi divertenti esempi, sto parlando di una dignità connessa a un aspetto preciso. E’ chiaro che se fossi Mozart non sarei Paolo e Baglioni ha una musicalità diversa da Bach.
E’ chiaro che un musicista dilettante nel suo anelare al meglio nel desiderare con frustrazione di suonare meglio deve accontentarsi.
Allora può essere felice anche strimpellando due note con la chitarra o battendo le mani sul tavolo.
Si può essere felici proprio nell’accettazione.
Ma l’accettazione è consapevolezza di una verità
“So di non sapere” affermava Socrate.
“So di non essere un gran che come chitarrista ma posso migliorare”
Si aprono orizzonti infiniti e si possono scoprire miliari di cose, talmnte tante cose che un’esistenza si rivela … poca.
Come fare allora?
Ci si accontenta di qualcosa mentre si perseguono obiettivi più consoni?
Il Frank Sinatra che lavorava in una libreria o nel porto, sapeva chi sarebbe un giorno diventato? La grandezza che avrebbe conquistato nel panorama del canto? Diventare una star, una stella. Se fosse rimasto un Frank Sinatra normale avrebbe avuto la medesima dignità? Dignità umana intendo.
Perchè, l“essere umani”, reca in sé automaticamente una “dignità”? Di che tipo? Cosa si intende?
Se così fosse chi ha diritto di toglierla?
In teoria nessuno. In pratica nella storia hanno cercato in tutti i modi di usurparla con belle parole, con ideali da quattro soldi fatti per prendere in giro certe categorie di persone.
Pensate agli ebrei, agli armeni, ai kulaki, ma non solo.
Pensate a tutte le volte in cui siamo riusciti noi stessi a perdere per un attimo una sorta di dignità essenziale magari per sostituirla con concetti quali “l’onore”, “la perfezione”, “il potere”, addirittura certi “diritti” surrogati.
Personalmente mi vergogno, intanto di me stesso per tutte le volte che mi ingabbio nei miei limiti, nelle mie credenze, identificandomi con qualcosa di così piccolo e accidentale come il corpo fisico o con una squadra di calcio o il conto in banca o un istinto primordiale non amato.
Poi mi vergogno per certi personaggi che hanno fatto così tanto male agli altri, e sono tantissimi.
Poi mi vergogno per coloro che usano valori come la salute, la politica e la dignità stessa per distruggere la felicità degli uomini, delle donne, degli anziani e dei bambini, per coloro che globalizzano il pensiero unico e creano una dittatura nazi fascio comunista togliendo l’anima alle persone, stereotipando anche gli slip.
Mi vergogno dall’inizio dei tempi, nei secoli dei secoli.
E ti dirò di più.
C’è dignità in Mozart e nello strimpellatore anche come musicisti.
Nell’uno hanno trionfato la maestosità e l’eccellenza, nell’altro trionfano lo sforzo, la frustrazione, l’innocenza e un giorno chissà.
Come umani forse la differenza la fanno i vizi e le virtù, cose impiantate chiaramente su di un’essenza. Forse in ciascuno di noi esiste il seme del buddha o del Cristo. Semi che una volta germogliati ci libereranno da questa schiavitù.
La schiavitù di una personalità tra le personalità, in una moltitudine di credo immersi nella sete di potere e di ambizioni nostre e altrui.
Il male è dunque il potere? E’ dunque male l’ambizione?
Senza ambizione non si potrebbe diventare Frank Sinatra o Mozart, Giggi il bullo, e forse nemmeno Gesù medesimo.
Perfino buddha partì nelle sue ricerche da mancanze.
Celebriamo allora il mistero della dignitàmentre beviamo l’ennesimo caffè. Scegli una torrefazione di qualità mi raccomando!!
Un abbraccio
Paolo Milanesi